Abbandonato l’interno dove si fa più sentire l’effetto del freddo inverno ed effettuata la sosta notturna nella città di Perpignan (dove fra l’altro abbiamo iniziato ad assaporare la Spagna con una cena a base di ottime tapas) ci dirigiamo in questo assolato mattino verso la costa marittima iniziando a godere dei primi effetti del tepore che anche in inverno contraddistingue quest'angolo di territorio già dalla prima sosta nel piccolo paese di Colliure ultima nostra tappa in terra di Francia.
Dopo dopo pochi chilometri il tragitto costiero ci farà attraversare il confine con la Spagna; un tempo frontiera dotata guardie di confine che oggi invece ricorda un passato più lontano ma non per questo da dimenticare: la tragica fuga di migliaia di persone dal fascismo franchista nel 1939
Perché viaggiare è anche questo; conoscere e comprendere per sapere chi siamo, da dove veniamo e quali sono le fondamenta sui quali si basa la nostra civiltà; una civiltà che va oltre la sola conoscenza romanzata del passato e che si basa anche e soprattutto sul dolore e sulla sofferenza. Un percorso storico complesso e doloroso che non è composto solo da alcuni momenti epici risalenti magari al periodo rinascimentale che sottovalutano completamente quello che era effettivamente il contesto generale del percorso che ci ha portato fino ai giorni nostri.
Ma ecco che con la nuova tappa passiamo un contesto storico e culturale leggermente diverso; Cadaques infatti ci porta a leggere la storia dal punto di vista artistico prendendo in esame un personaggio eclettico e stravagante ma sicuramente rappresentativo di un periodo importante della prima metà del XX secolo.
La graziosa cittadina costiera ha infatti ospitato per molto tempo uno dei personaggi più importanti e controversi di quel periodo (artisticamente parlando) : Salvador Dalì
Esponente di spicco del Surrealismo, ma ripudiato dai suoi stessi colleghi, sarà uno dei più influenti artisti dell'epoca, anche se un dubbio resta tuttora irrisolto: folle genio od astuto imbroglione?