Quelle che ci attraggono di più motociclisticamente parlando, sono quelle Valli che hanno uno sbocco e che presentano un valico da superare; un passo che consente di immettersi in un’altra valle regalando un ritmo senza soluzione di continuità e la possibilità di raggiungere una meta per poi proseguire oltre, verso quella successiva; quasi in una metafora di vita.

Vita principalmente mototuristica.

Così facendo però si tendono a trascurare quei contesti vallivi che invece restano chiusi e che non permettono quindi di proseguire oltre ma inevitabilmente ti costringono a tornare indietro.

Tornare sui propri passi per percorrere di nuovo la stessa strada, inconsciamente può essere vissuto come una sconfitta, come una rinuncia, ma non sempre è così perché se partiamo già con la cognizione di causa di affrontare turisticamente una nuova località, un nuovo contesto da visitare e magari  ci aggiungiamo anche una relativamente breve passeggiata sui sentieri di montagna vediamo allora che tutto assume contorni ben diversi.

Ed è con queste precise convinzioni che in questa mattina inizio autunno ci mettiamo in viaggio alla volta della Val di Daone, una valle situata ai piedi del massiccio dell’Adamello Brenta che promette di soddisfare la nostra voglia di conoscere, di ammirare e  di respirare aria nuova.


Le temperature in questo inizio di autunno, al mattino, risultano già abbastanza rigide ma con un escursione termica che ci porterà nel pomeriggio ad avere temperature decisamente più gradevoli.

Questo ovviamente finché si resta in valle, ma se ci si sposta verso le vette montane le temperature cambieranno e sicuramente non in meglio.

Il trasferimento Verso l’inizio della Valle è relativamente veloce anche se penalizzato da una fastidiosa striscia nuvolosa che copre il 30% del cielo azzurro, ovviamente il 30% nel quale dovrebbe campeggiare un tiepido sole, rendendo così il nostro viaggio più freddo del dovuto.

Lago di Malga Boazzo

Dall’inizio della valle la strada inizia a farsi piacevolmente tortuosa ed il contesto che ci accompagna diventa molto piacevole, le montagne iniziano a dare bella mostra di se così come le distese boschive, mentre diverse cascate scortano il nostro passaggio in divertenti giochi d’acqua che, immaginiamo, possono risultare ancora più esaltanti in un momento meno arido di questa eccezionalmente secca stagione 2017.

Questa Valle delle Cascate, si presenta con (probabilmente) quella più suggestiva creata dal lungo salto che l’immissario del lago di Malga Boazzo compie prima di infrangersi sulle rocce sottostanti e scorrere domato nelle placide acque del’ artificiale lago.

Dopo le foto di rito in ammirazione del paesaggio, sotto un tiepido sole finalmente padrone dell’azzurro cielo, riprendiamo il viaggio affrontando il resto della tortuosa strada che ci porterà sempre più in alto verso il termine della strada stessa, dove una piccola rotonda ed un parcheggio segnano la fine di quella che viene conosciuta come Val di Daone e l' inizio della Val di Fumo.

Lago di Malga Bissina

Percorsa da un sentiero che conduce gli alpinisti più esperti fino alle pendici del ghiacciaio dell’Adamello ed anche oltre, consente ai mano esperti e preparati di raggiungere invece l’omonimo rifugio godendo delle meraviglie che la natura è in grado di offrire.

Preventivamente preparati estraiamo dalle borse laterali della moto le  scarpe da trekking ed i pantaloni più adatti alla camminata; meno di 10 minuti e ci siamo trasformati da motociclisti a camminatori pronti per risalire una parte della Val di Fumo; questa infatti possiamo definirla come una fase esplorativa della zona che ci permetterà di capire se possa valere la pena di tornare attrezzati in maniera più efficace e con più tempo a disposizione per affrontare in maniera più approfondita la risalita della Val di Fumo.

 

Il nostro piano di viaggio oggi prevede il raggiungimento di altre suggestive mete prima del rientro a casa.

Val di Fumo

Il cammino prevede la percorrenza del sentiero che segue il profilo del Lago in maniera molto suggestiva regalandoci scorci paesaggistici sicuramente esaltanti con le cime dei monti che si specchiano nelle placide acque del lago, ma è sicuramente la parte a monte dello stesso lago a regalare immagini decisamente suggestive grazie al piccolo torrente che alimenta il lago stesso; giocoso si diverte nel creare giochi d’acqua tra le rocce che tentano di impedirne il continuo scorrere tra cascate e laghetti e inaspettate spiaggette


Proseguiamo il nostro percorso risalendo la valle decidiamo quindi di invertire il percorso a metà del tratto che collega La Malga Breguzzo al rifugio di Val di Fumo, abbiamo un orario da rispettare oggi per il rientro e se proseguiamo rischiamo di dover cambiare completamente la nostra tabella di marcia, penalizzando entrambe le escursioni visto che non porteremo a compimento la prima parte ma nemmeno la seconda.

Torniamo quindi sui nostri passi affrontando in discesa il dislivello che avevamo prima risalito fino a ritornare alla nostra moto che tranquilla ci aspetta al parcheggio ed operare nuovamente la trasformazione inversa da camminatori a motociclisti.

Riprendiamo quindi il nostro viaggio, stavolta sotto un tiepido sole che illumina e riscalda il nostro cammino per raggiungere una meta classica del motociclismo; risaliremo infatti una valle per superare un valico e ridiscendere dalla valle opposta nel contesto tipico che analizzavamo all’inizio di questa nostra dissertazione.

Un valico questo che sicuramente risulta leggermente atipico rispetto agli standard ma anche a mio giudizio uno dei più suggestivi e paesaggisticamente emozionanti tra quelli che abbiamo mai superato.

Giogo del Maniva

E’ il Giogo del Maniva la nostra prossima meta ed il tratto di strada, in parte sterrato, che ci porterà fino al passo cento Croci; la zona purtroppo soprattutto quella che conduce direttamente al passo Centocroci è teatro delle Insane gesta di quelli che credono di risolvere le loro frustrazioni rischiando la vita e quella degli altri alla guida di una moto.

Evitiamo per un pelo un paio di questi “fenomeni” che stanno superando all’esterno in curva una macchina accompagnandoli con il meritato augurio, sperando che presto le foglie sulla strada tolgano almeno fino a metà primavera questi inutili esseri capaci solo di rendere odioso al resto della popolazione un mondo, quello della moto, che per fortuna ( e nonostante loro) è tutt’altra cosa.

Una breve sosta per una gustosa e benvenuta cioccolata calda sul Giogo del Maniva ci prepara ad affrontare l’ultimo breve tratto che ci porterà al Crocedomini, un tratto di strada come dicevamo in parte sterrata ma non impegnativo; in grado di rallentare quanto basta per poter assaporare nella giusta maniera lo straordinario contesto che ci circonda.

Un contesto che è difficile da descrivere a parole e che forse è meglio lasciare alla visione diretta.

 

Noi intanto proviamo a stimolare la vostra curiosità con le diverse foto che abbiamo scattato durante il nostro passaggio. 

Come sempre accade l’ultimo parte del viaggio è sempre quella più più triste è spiacevole soprattutto a causa di un traffico sempre più intenso che si dirige verso i grandi centri abitati ed una civiltà alla guida che raggiunge bassezze quasi animaleschi, come quella dimostrata dall’anziano alla guida della sua potente auto che all’interno del tunnel dove la velocità massima è di 70 km orari ed è segnalata la presenza del tutor, che prima ci lampeggia e poi ci sorpassa strombazzando in presenza della doppia striscia continua mandandoci al diavolo un augurio che più avanti gli ricambiamo con assoluto fervore dato che povero imbecille i suoi sogni di velocità si infrangeranno presto con la realtà della coda che lo rallenta in maniera devastante nel suo rientro.

Sotto un cielo che dimostra inequivocabilmente l’avvicinarsi dell’inverno e il drastico accorciarsi delle giornate affrontiamo l’ultimo tratto di strada verso casa, come nostro solito assaporando le immagini che oggi non solo il sensore della nostra Reflex ha memorizzato.


Seguici anche tu!