Un viaggio all'interno delle grotte è sempre un viaggio particolare, un viaggio che ti porta a confrontarti con un ambiente completamente diverso da quelli che sei abituato normalmente a vedere e che ti conduce all'interno del pianeta del quale normalmente percorri la superficie, al cospetto del cielo ed in balia degli eventi atmosferici.

Un itinerario quello all'interno del nostro pianeta che ci porta indietro nel tempo e dove il tempo stesso sembra scorrere con altri ritmi con una lentezza così esasperante da risultare quasi incomprensibile alla  freneticità che contraddistingue le nostre esistenze rinchiuse in un arco temporale decisamente più breve.



Un ambiente così particolare quello delle grotte anche per la sua apparente staticità, un luogo che segue regole proprie e dove tutto sembra immobile non condizionato quello che è il ritmo incessante delle stagioni dal cambio delle temperature e dalle modifiche introdotte dall'azione degli agenti atmosferici e dalla mano dell'uomo.

Qui tutto sembra non poter cambiare mai, immobile negli anni nei secoli nei millenni, tranne che per quella gocciolina che piano piano, molto lentamente lascia la sua componente minerale sulla piccolissima colonna che lentamente cresce sino a diventare quella meravigliosa opera architettonica della natura chiamata stalattite e che insieme a tutte le altre va a comporre quella meraviglia che adesso stiamo contemplando.

Le grotte di Postumia che stiamo visitando al termine della nostra lunga vacanza croata rappresentano uno dei fenomeni carsici probabilmente più famosi al mondo e sicuramente più visitati; visibili al pubblico da più di duecento anni sono state visitate da quasi 35 milioni di persone; oltre alla straordinaria bellezza ammirabile in ognuna delle numerose sale che si aprono durante il percorso è stata sicuramente la facilità con cui si accede a queste questo complesso di grotte a a creare la meritata fama.

Il lungo percorso si affronta in due tempi:la prima parte a bordo di un comodo e divertente trenino la seconda percorrendo a piedi un facile tracciato lungo il quale simpatiche e capaci guide in molteplici lingue raccontano storie e aneddoti di queste meravigliose grotte.


l'itinerario che si snoda per i quasi 21 km del percorso ci regala notevoli emozioni, la maggior parte delle quali difficilmente documentabili sia durante il percorso sul trenino (durante il quale le difficoltà di cattura fotografica risultano abbastanza evidenti), sia durante la passeggiata dato che le condizioni di luce non sono quelle più ottimali per utilizzare le nostre reflex, nelle grotte di Postumia è infatti autorizzato l'uso delle macchine fotografiche ma non quello dei cavalletti, il cui utilizzo risulterebbe comunque quasi impossibile dato il movimento continuo del gruppo con soste durante il percorso relativamente brevi.

Quanto catturato speriamo comunque che possa essere di stimolo a chi non ha mai visitato queste grotte per farlo magari in un momento dell'anno, come quello da noi fortunosamente trovato, in cui il flusso turistico risulta decisamente scarso ed il visitare le grotte decisamente più accattivante nel dover affrontare infinite code.


Ma le sorprese che questo luogo è in grado di regalare non sono solo legate alla parte minerale e quindi inanimata, in un luogo che oltre a tutta la immobilità precedentemente descritta risulta avvolto da un buio impenetrabile che qui ha regnato per millenni prima dell'arrivo dell'uomo, esistono incredibilmente anche delle forme di vita che in questo ambiente estremo hanno trovato il loro ambiente naturale.

Tra le numerose specie che qui dimorano il più famoso più importante è sicuramente il Proteo, un piccolo animaletto dalla pelle rosa e sprovvisto di occhi che qui vive e si riproduce, un vertebrato in grado di respirare con le branchie e con i polomoni, che fra le proprie caratteristiche a quella di poter vivere quasi 100 anni e di poter far trascorrere anche diversi anni tra un pasto e l'altro.

Il nostro viaggio all'interno delle grotte termina qui, c'è tempo per un'ulteriore visione della parte delle grotte dotata di rotaie grazie al viaggio di rientro che utilizza in senso inverso quello di ingresso, ancora pochi minuti e siamo fuori di nuovo alla luce del sole e alla frenetica mutabilità del nostro ambiente naturale, una frenesia subito ricordata dalla leggera pioggerellina che inizia subito a cadere


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