Da dove si inizia a raccontare una storia?
E qual'è la sequenza fotografica più esaustiva me contemporaneamente sintetica necessaria a farla anche vivere?
Difficile rispondere a queste domande quando la storia ha troppe cose da raccontare, ma soprattutto quando la storia è La Storia; e quando le immagini che vorresti d'istinto pubblicare non sarebbero altro che tutti i frame di una lunga ripresa video...
Ma proviamo ad individuare gli attori protagonisti di questa suggestiva storia nell'intento di semplificare la narrazione.
Ma prima occorre dare anche qualche notizia relativa al palcoscenico; perché qui, in Grecia, occorre non sottovalutare niente, e quello che apparentemente potrebbe sembrare ininfluente si potrebbe rivelare più importante di quello che stiamo, rapiti, osservando.
O comunque dimostrarsi come una importante componente per la comprensione storica o epica.
La terra dominata dagli dei dell'Olimpo è una terra di leggende, storie incredibili ma talmente suggestive e coinvolgenti da essere poi "prese in prestito" anche da altre popolazioni nella costruzione del proprio Pantheon, come per esempio il popolo Romano.
Storie spesso anche drammatiche, Dei ed Eroi non vivono vite facili, altrimenti le leggende si rivelerebbero noiose, con il lieto fine spesso latente o rimpiazzato da un crudele destino.
Ma niente accade per caso, non in Grecia al tempo degli Dei.
Un padre preoccupato scruta attento l'orizzonte alla ricerca di un segnale che sostituisca la gioia alla speranza; Egeo antico re di Atene attende con ansia il ritorno del figlio Teseo partito per sconfiggere il Minotauro e porre fine a quell'insopportabile giogo che costringe Atene a versare un tributo annuale di 9 giovani e 9 fanciulle da offrire in sacrificio alla bestia.
"Quando tornerai Teseo, issa le vele bianche in segno di vittoria; in caso invece della tua sconfitta e conseguente morte di al tuo equipaggio di issare al vento le nere vele" Questo è il patto.
Ma l'ira e le maledizioni lanciate da una fanciulla tradita, Arianna, che lo aveva aiutato ad uscire dal labirinto, annebbiano la mente; e Teseo dimentica.
Ed è così che, felice per il successo raggiunto, guida le sue navi sul mare alla volta di casa, issando le vele sbagliate.
Il messaggio raggiunge il genitore, il dolore di Egeo fissando le nere vele all'orizzonte è troppo forte, un dolore così forte che solo la morte può lenire...
Ed il mare lo accoglie in questo suo ultimo gesto, un mare che da allora prenderà il suo nome: il Mar Egeo
ti tempio di Poseidone che domina il mare dall'alto della sua posizione, inizia ad esercitare il suo richiamo durante la percorrenza della strada costiera, richiamo che diventa poi irresistibile quando risali il breve pendio che conduce al suo cospetto, a poche centinaia di metri dal parcheggio oggi sufficientemente capiente.
Una suggestione che sicuramente non trova sostanziale differenza tra chi conosce la leggenda di Egeo e chi ne è invece talmente estraneo, il colpo d'occhio reso dalla posizione del tempio, soprattutto in una giornata come quella di oggi in cui in bianco delle colonne contrasta ardito con l'azzurro profondo del cielo, non può in nessun modo lasciare insensibili.
E allora lasci correre i pensieri e sciogli le briglie alla immaginazione, pensi a come doveva essere quando il tempio era nel suo massimo splendore (intorno al 440 a.C.) affiancato dal vicino tempio di Atena oggi scomparso; in un secolo intenso, quello del V sec a.C., che vede succedersi le guerre Persiane e quelle del Peloponneso e durante il quale Atene raggiunge il suo massimo splendore.
Di questo secolo anche la costruzione del Partenone ad Atene.
Ed immagini il mare, solcato lentamente dalle navi Ateniesi e Spartane in attesa del confronto mentre tenti di dare anche un contesto geopolitico al periodo e alle sanguinose dispute, quasi fratricide se pensi che per andare da Atene a Sparta occorrono un paio d'ore; mentre respiri avido il profumo dell'aria e ti godi questo primo sprazzo di primavera.
Poi la brezza che porta il respiro del mare spazza via i pensieri e resta solo la suggestione per niente attenuata dalla ridotta presenza turistica in loco.
E termini la visita con calma, godendoti ogni istante, perché qui c'è tutto ciò che ti serve, sole, mare, storia, meraviglia... e di andartene non ne hai voglia mentre per un attimo invidi le chiassose pernici che qui stazionano e che si godranno inconsapevoli il meraviglioso tramonto che presto arriverà per poi salutare anche il nuovo giorno.
Una opportunità che purtroppo stavolta non avremo, il tempo a disposizione è scaduto e dobbiamo rimetterci in viaggio anche se la voglia di restare è davvero forte; qui, in uno dei luoghi che più di ogni altro ha saputo regalarci intense emozioni.