Che bella foto!!

Quante volte ci è sorto questo pensiero osservando una foto che ci ha particolarmente impressionato?

E quante volte a questo primo inarrestabile pensiero ne sono seguiti altri parimenti inarrestabili?

La reazione infatti è ovvia, alla suggestione indotta dalla piacevole oltre che suggestiva immagine da parte di chi almeno un minimo condivide la stessa passione scattano subito le ovvie riflessioni: come avrà fatto ad ottenere una foto così bella?

Ovvia quanto prevedibile anche la risposta: oltre ad una padronanza tecnica il fotografo in questione dispone anche di materiale altamente professionale, quindi un copro macchina molto costoso e performante abbinato ad un'ottica (quasi) perfetta dai costi inarrivabili per noi poveri mortali…

Per fortuna, per quanto spesso veritiera, questa riflessione tende a trascurare un fatto importantissimo senza il quale nulla è possibile e nessuna foto sarebbe stata realizzata; ne bella ne brutta.

Per realizzare una bella foto occorre inderogabilmente rispettare una regola imprescindibile: essere al posto giusto nel momento giusto.

Sembra una inutile ovvietà quanto ho scritto, lo ammetto, eppure spesso si tende a sottovalutare questo importante aspetto, soprattutto in ambito turistico nonché paesaggistico la stragrande maggioranza delle foto meravigliose risponde ad un semplice fatto: il fotografo era nel posto giusto al momento giusto…

Tutto ciò vi sembra ancora ovvio e non necessariamente vero?

Io posso anche andare nel posto giusto al momento giusto ma la foto bella come quella di tizio non viene, starete pensando!

In questo caso state però sottovalutando un fattore importante… siete davvero sicuri di essere nel posto giusto al momento giusto??

In ambito fotografico esistono dei fattori molto importanti che troppo spesso tendiamo a sottovalutare se non addirittura ad ignorare, dei fattori che sono straordinariamente dipendenti dal contesto climatico che in quel dato momento caratterizza il luogo dello scatto.

Parlando di foto legate alle nostre attività preferite, quelle turistiche, per esempio, possiamo notare come la nitidezza e la perfezione di una foto molto spesso dipenda dalla “qualità” dell’aria e della luce presenti al momento dello scatto; paesaggi ma anche con soggetti ben definiti o magari particolari realizzati con il teleobiettivo dimostrano una qualità diametralmente opposta se in presenza di aria umida o impercettibile foschia o con aria secca e molto pulita.

Una dimostrazione di questa condizione la si può osservare paragonando foto realizzate in pianura o in bassa collina con quelle realizzate in alta montagna, la nitidezza della seconda condizione è inarrivabile dalla prima, ad un esame che prenda in considerazione solo il lato tecnico le due foto sembrano realizzate con ottiche diametralmente opposte per quanto riguarda la qualità (ed il prezzo) 

Quindi come si può comprendere il termine "momento giusto" prende in esame più fattori oltre quello scontato legato al momento in cui quanto vogliamo immortalare accada, situazione che se vogliamo possiamo estrapolare per arrivare ad enunciare una regola ancora più esaustiva:

Essere al momento giusto nel posto giusto, con le giuste condizioni.

Questo in estrema sintesi è quello che di base serve per fare una bella foto, possedere una attrezzatura fotografica con i controfiocchi a nulla serve se non esiste realmente la voglia e la volontà (oltre che le capacità) di ottenere delle emozioni da quanto osserviamo ed intendiamo catturare tramite il sensore digitale.


La causa di depressione legata alla osservazione di scatti non entusiasmanti quindi può essere imputata spesso alla nostra "incapacità" di ottemperare a quanto sopra enunciato, soprattutto se nel nostro inconscio alberga la volontà di dotarsi di materiale migliore, quale migliore scusa della insoddisfazione?

Anche una non piena consapevolezza di quanto la fotografia imponga a chi voglia veramente ottenere un risultato fa sì che si faccia molta fatica a impegnarsi per trovare giuste condizioni; determinate risultanze non si ottengono per caso ma con fatica ed abnegazione, se per trovare soddisfazione occorre recarsi sul posto alle 6 di mattina piuttosto che in pieno inverno, occorre farlo per ottenere delle emozioni da quanto osserviamo ed intendiamo catturare tramite il sensore digitale.


Così come occorre imparare a riconoscere determinate condizioni e a legarle a quelle che sono le nostre esigenze; per esempio correndo veloci verso casa dopo che ad un acquazzone è seguito un cielo terso dove fiammeggiava un potente astro solare, infilare nella borsa fotografica quanto serve e raggiungere il Roseto dove poter fotografare le meravigliose rose appena bagnate....

Colgo l'occasione per sottolineare quanto siano assolutamente premianti dal punto di vista fotografico i momenti e le giornate immediatamente successive ad eventi climatici importanti come acquazzoni e vento forte, al ristabilizzarsi delle condizioni meteo l'aria risulta straordinariamente pulita e le foto dal punto di vista qualitativo migliorano in modo esponenziale oltre al poter ottenere foto con panorami altrimenti impossibili e ingrandimento da teleobiettivo assolutamente nitidi e meravigliosamente soddisfacenti.

Da evidenziare infine come tali esigenze possano essere soddisfatte in maniera piacevole ricercando anche le situazioni particolari da un punto di vista turistico che possano in qualche modo presentare dei lati esclusivi in determinati contesti; come per esempio quando abbiamo deciso di passare la notte in un rifugio sul Grossglockner in Austria, meravigliosa strada alpina che culmina presso l'omonimo ghiacciaio; li abbiamo potuto emozionarci davanti allo spettacolo maestoso della via lattea e cogliere al mattino successivo un inaspettato arcobaleno dal momento della sua "nascita" al suo completamento.

 

Emozioni che siamo riusciti a provare e ad immortalare solo ed esclusivamente perché eravamo li, da casa nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile....buon divertimento ;-) 


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