Prosegue, dopo la suggestiva escursione alla Corte dei Laghetti in val Sambuco, l’esplorazione della “madre” Vallemaggia e delle vallate che da lei diramano.
La Val Bavona , che insieme alla val Lavizzara decreta la fine della Vallemaggia aprendosi a Y, è una delle vallate più selvagge della zona, ed è stata una delle più ostili all’insediamento umano.
Tanto che ancora oggi non è raggiunta dalla corrente elettrica ed è abitata solo d’estate. Una asprezza che si percepisce visitando i recuperati antichi insediamenti edificati con fatica in contesti estremi o abbandonati per umana sconfitta.
Ma la valle Bavona non è solo drammatica sopravvivenza, qui esiste e si ammira anche una possente natura;quella con cui l’uomo ha cercato di venire a patti, a volte inutilmente.
Abbandonato il fresco refrigerio delle acque del Maggia iniziamo la risalita della Vallemaggia, esplorazione motociclisticamente atipica dato che, normalmente, si tende a privilegiare le valli che hanno uno sbocco tramite un passo o un valico.
In questa nostra vacanza invece effettueremo una esplorazione a tappeto della valli e delle montagne circostanti al nostro campo base, in sella ad Athena oppure calzando le nostre scarpe da trekking.
L’itinerario che andiamo ad affrontare è composto da tre vallate comunicanti, ma non abbiamo idea di cosa ci attenda, soprattutto al termine della strada. Come capita spesso, non abbiamo fatto ricerche approfondite su quanto ci attende lungo il percorso, per non rovinare la sorpresa e non rinunciare a quel gradevole sapore di conquista che tanto adoriamo.
Una sosta imperdibile, al termine della stretta, lenta, tortuosa, ma infinitamente divertente Centovalli; che unisce l’ italiana Val Vigezzo in Ossola (VB) alla svizzera Locarno.
Quando il torrente Melezzo incontra il fiume Maggia e vi si getta in una rumorosa cascata, e la strada si divide tra la direzione di Locarno e la suggestiva Vallemaggia.
Qui, in caso di torrida giornata, arriva il momento di fare una rinfrescante sosta, deviando verso la Vallemaggia e parcheggiando poche centinaia di metri più avanti.
Una breve discesa saltando tra le rocce e si arriva in fondo al suggestivo orrido, pronti per un tuffo nelle, prima gelide ma successivamente rinfrescanti, trasparenti acque montane color smeraldo.