l'Italia è il paese dove si concentrano in maniera quasi incredibile un numero pressoché infinito di meraviglie storiche e culturali, un paese che vanta una storia millenaria che ha lasciato sul suo territorio tracce indelebili e meravigliose, in una densità tale da permettere al viaggiatore accorto di disporre sempre e comunque di una nuova meta da raggiungere a prescindere da quale sia la sua conoscenza del territorio.
All'interno di questo stimolante panorama, come se non bastasse, esistono situazioni che non dipendono direttamente dalla nostra storia e dal contesto culturale legato al territorio, ma che si sono manifestate grazie all'iniziativa di alcuni singoli che hanno permesso di creare in Italia ciò che normalmente non avrebbe dovuto esserci e che, a prescindere da alcune considerazioni morali che faremo più avanti, ci permettono di osservare le meraviglie di culture e di civiltà cresciute e sviluppate lontano nel tempo ma anche nello spazio.
Uno degli esempi più rappresentativi di questa condizione è sicuramente il suggestivo Museo Egizio di Torino.
Il museo Egizio di Torino è da considerare come il più importante museo al mondo in materia, secondo solo a quello del Cairo, esso raccoglie al suo interno numerose testimonianze della cultura Egizia frutto di diverse acquisizioni succedutesi nell’arco dei decenni e dalle campagne di scavo condotte fin dai primi anni del 1900 dal direttore del museo stesso, Ernesto Schiapparelli.
Le fortunate campagne dello Schiapparelli portarono, tra le altre, anche alla scoperta della tomba della regina Nefertiti, moglie di Ramesse II, e a quella dell’architetto reale Kha perfettamente conservata e integra nel suo corredo funerario.
I ritrovamenti furono spartiti tra l’Egitto e l’Italia in base agli accordi dell’epoca (successivamente modificati, oggi tutti i ritrovamenti sono di proprietà dello stato Egiziano) per andare ad arricchire la collezione già presente al museo risultato di varie acquisti effettuati dal re Carlo Felice nella prima metà del 1800 quando in Europa dilagò la passione per l’antico Egitto.
Passione dovuta anche e soprattutto alle campagne Napoleoniche effettuate in Egitto che portarono tra l’altro al ritrovamento della preziosa Stele di Rosetta (conservata al British Museum, dato che i Francesi sconfitti dalla flotta Inglese furono costretti a cedere i ritrovamenti come bottino di guerra) che ha consentito di decifrare i geroglifici grazie alla stessa iscrizione riportata anche nella conosciuta lingua Greca.
A prescindere da quelle che sono le caratteristiche "tecniche" del museo la suggestione che incute nel visitatore già dalle prime sale risulta assolutamente unica, comunque impreparati a quanto ci si trova immediatamente di fronte e che appartiene ad una cultura che non ha mai calpestato il suolo Italico ci si lascia assalire dal senso di stupore e meraviglia che incontenibile prende possesso di noi.
Le testimonianze di una delle civiltà più antiche e misteriose della storia Umana sono di fronte a noi perfettamente visibili nella loro meravigliosa integrità, in una esposizione così vasta e completa da poter ben rappresentare tutti i momenti più importanti di questa antica cultura, dalla quotidianità al culto dei morti, attraversando i secoli dal paleolitico al periodo Copto.
Passeggiando in quasi religioso silenzio attraversiamo le sale seguendo il percorso prestabilito osservando impressionati le perfettamente conservate mummie con i variopinti sarcofagi, le colorate steli, le bellissime statuine, gli animali mummificati..... alla ricerca di una migliore comprensione di questa meravigliosa civiltà sorta in epoca remota sulle rive del generoso fiume Nilo.
Ma nulla di ciò che abbiamo appena visto poteva prepararci a ciò che ci si presenta una volta discesi al piano terra: avvolte da una atmosfera intensamente suggestiva nel perfetto gioco di luci, di ombre e di specchi, decine di solenni statue attendono immote il nostro arrivo, sul volto una espressione che sembra sottolineare l'infinita pazienza e la determinazione necessaria ad attraversare i millenni e presentarsi in tutto il loro splendore ai nostri occhi.
Una espressività particolare, magnetica, quasi soddisfatta per avere portato a termine questo lungo viaggio nel tempo, che incute il giusto timore nel visitatore sicuramente condizionato da quanto appreso in passato ( di vero, ma anche e sopratutto di falso) su questa Civiltà, probabilmente la più enigmatica della Umana Storia.
Una sala che incute timore, che invita al rispetto e che più di tutte le altre riesce a catapultare la nostra immaginazione indietro nel tempo... indietro di millenni....fino al perido di massimo splendore della civiltà Egizia.
A fatica sottratti all'intenso magnetismo esercitato su di noi dalle bellissime statue, iniziamo la parte finale del percorso all'interno del museo ammirando ammaliati lo splendido sarcofago, il corredo funerario e le varie suppellettili ritrovate intatte all'interno della tomba di Kha, l'architetto reale al serizio di Amenothep III, e della moglie Merit.
Un museo nel museo questo che raccoglie anche nuemrosi oggetti di uso quotidiano sopratutto di Merit, come la sua parrucca ed il suo corredo per il trucco....tutto perfettamente e suggestivamente conservato; solo questa sala vale il prezzo del biglietto, solo questa sala vale il viaggio....
Ed alla fine di questa entusismante visita non possono essere ignorate ovvie riflessioni indotte sopratutto dalla insufficiente "percezione" dell'immenso valore storico e culturale del museo cosciente in noi prima della visita, e dalla scarsa presenza di visitatori, inspiegabile per un contesto del genere.
Riflessioni che portano sempre alla stessa conclusione, alla stessa amara conclusione, ovvero a quanto poco siamo in grado di promuovere il nostro inestimabile patrimonio storico artistico e culturale anche in casi come questo, in cui il valore di quanto esposto è più che inestimabile e per osservare qualcosa di similare saremmo obbligati a percorrere migliaia di chilometri.....