“Voi che pel mondo gite errando, vaghi/ di veder meraviglie alte e stupende, / venite qua dove son facce orrende / elefanti, leoni, orsi, orchi e draghi”.

L'Italia non è soltanto un paese di arte di storia e di cultura, il nostro è anche un paese di magia e di follia che si ritrovano esplorando con attenzione con molta più frequenza di quanto si pensi.

Tra le mille attrattive generate dalla vena artistica che ha attraversato per millenni questo paese ne esistono anche alcune in cui questa si è trasformata in quella vena di follia che trasforma il conosciuto e lo scontato in un qualcosa che non riusciamo pienamente a comprendere.

Una follia che non è la nostra e che ci lascia inizialmente perplessi ma poi ci attrae grazie proprio a quella sua incomprensibilità a quella vena di assurdo che magari lascia vagare quasi senza meta in cerca di appiglio logico che di fatto, probabilmente non troveremo mai.. per fortuna.

Una folle suggestione che, forse,in nessun altro luogo trova la sua consacrazione come nel Parco dei Mostri di Bomarzo


"Tu ch'entri qua pon mente parte a parte et dimmi poi se tante maraviglie sien fatte per inganno o pur per arte."

 

Il mistero avvolge ogni angolo di questo parco voluto dal principe Orsini nel 1547, ad iniziare dal vero scopo per il quale fu realizzato al nome dello scultore che ne realizzò le opere, un enigma che restò nell'oblio per lunghi secoli dopo la morte del suo ideatore nel 1585 e che solo recentemente è stato riportato alla luce.


LA CASA PENDENTE

La parte più suggestiva del parco è quasi sicuramente quella dove sorge la particolarissima casa pendente; una casa intenzionalmente costruita inclinata che non esaurisce tutto il suo potenziale alla sola osservazione esterna.

La casa infatti offre la possibilità di essere visitata al suo interno dove è maggiore la percezione della caratteristica principale della abitazione, ma bastano pochi secondi al nostro cervello per modificare sostanzialmente la realtà percepita ed iniziare a considerare come diritte le stanze così come i muri e il pavimento; logica conseguenza di questa "errata" valutazione è l'inutile tentativo di raddrizzarsi rispetto a quanto ci circonda ponendo il nostro corpo in un equilibrio non più stabile. Il tutto genera un incomprensibile senso di instabilità che dura il tempo che serve al nostro cervello per ristabilire le giuste dimensioni e riportarci alla realtà.

 


IL MASCHERONE

 

"Lasciate ogni pensiero voi ch'entrate"

 

Il Mascherone è certamente il simbolo di questo parco, esso è conosciuto anche come l'Orco ed interpretato come se fosse la porta dell'inferno, anche se l'iscrizione all'ingresso lascia presagire ben altro.

All'interno un tavolo che invita al banchetto elimina definitivamente, sempre che ce ne fosse stato bisogno, ogni più fosco presagio; per molti comunque questa faccia grottesca rappresenta l'ingresso agli inferi in quanto sarebbe stata dedicata dall'ideatore del parco alla moglie prematuramente scomparsa.



IL TEMPIO

Il tempio realizzato successivamente al completamento del parco e probabilmente dedicato dal principe Pier Francesco Orsini alla moglie (della quale potrebbe anche essere il sepolcro), conclude il nostro itinerario nel Sacro Bosco, al suo interno alcune lapidi poste in memoria dei coniugi Bettini ricordano il recupero del parco grazie agli stessi, avvenuto nella seconda metà del 1900.

Un itinerario fantastico in un mondo fantastico del quale si sono ipotizzate mille e più spiegazioni, ma la vera spiegazione resta avvolta nello stesso mistero che avvolge buona parte delle sculture e del realizzatore di tali meraviglie; confusamente soddisfatti abbandoniamo il parco dei mostri per proseguire il nostro viaggio nella Tuscia

 




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