GELIDE EMOZIONI

Non è sicuramente il periodo migliore, l'inverno, per pensare alla moto, al turismo su due ruote.

Eppure nonostante l’ avversione che naturalmente abbiamo per questo particolare periodo dell'anno esso resta comunque un periodo in grado di regalare particolari sensazioni ed emozioni a chi ha semplicemente voglia di raccoglierle, di viverle, e di non chiudersi in casa con la scusa che fuori fa freddo e che non esiste niente per cui valga la pena uscire.

Per fare questo però e trarne beneficio bisogna comunque avere una cultura delle delle sensazioni e coscienza di quello che effettivamente vogliamo, perché uscire per cercare nuove emozioni è un qualcosa che ti dà un grande stimolo e voglia di affrontare qualsiasi tipo di avversità, nel caso contrario se non c'è niente comunque che di fatto possa emozionarci ma il nostro andare in moto è soltanto una ricerca di un qualcosa che neanche noi sappiamo, forse e dico forse, è il caso di restare a casa, al caldo.

Una volta stabilito che il nostro mondo è la fuori possiamo iniziare ad affrontare la parte più difficile da superare, cioè quella psicologica; dove è la paura a dominare le nostre azioni.

Quella paura che ci fa pensare al freddo gelido che penetra dentro di noi per causare infinita sofferenza e ad un viaggio di piacere che si trasforma in un viaggio dell'orrore...


Eppure nella realtà non è così, o meglio questo non è completamente vero; è possibile infatti oggi dotarsi di un abbigliamento tecnico che ci consenta di tenere fuori le avversità meteorologiche in modo abbastanza definitivo.

 

Abbigliamento ben diverso, per fare un salto indietro nel tempo, da quello che indossavo nel 1985 per affrontare (giovane ed irrazionale.) in sella al mio 125cc l'incredibile ondata di gelo che colpì la Toscana con temperature che arrivarono fino a -23°...

 

Ma l'abbigliamento per quanto tecnico non riesce a risolvere completamente il problema, soprattutto in presenza di temperature particolarmente rigide quando è lo stesso abbigliamento che raffreddandosi trasmette per contatto il freddo al nostro corpo.

Per questa parte di problema, che se non risolto rischia di diventare "IL PROBLEMA" , esiste soltanto una soluzione quella di respingerlo mentalmente, giocando con la psicologia.

Si fa sicuramente fatica inizialmente a comprendere, a capire come sia possibile reagire a quel momento in cui la mente ti dice che fuori è un freddo esagerato e ti chiede che c**** ci fai in moto.. e senti che su di te sta arrivando la gelida carezza; quel momento importante in cui devi reagire convincendoti  di non avere freddo e quello che senti è solo una sensazione superficiale che non entrerà dentro di me, non avrà ragione di me! 

Importante in questa fase è anche il concentrarsi sulla meta da raggiungere e sulle emozioni e sulle sensazioni positive che proveremo in questa giornata strappata al'inedia invernale.

Così facendo i brividi che ci pervaderanno non saranno quelli causati dal freddo ma bensì quelli scatenati dalle emozioni, ed è una volta raggiunta la nostra meta o compiuto quello che era il nostro programma della giornata che raccoglieremo il massimo delle nostre sensazioni e delle nostre emozioni.

Gratificanti emozioni!

Adesso però mentre state pensando che il più è fatto devo darvi una brutta notizia: una volta raggiunto lo scopo inizia la parte più difficile del viaggio, quella psicologicamente davvero significativa.

Se possiamo con certezza affermare che quello che ci attende è ciò che ci ha dato la forza e lo stimolo per partire (e per arrivare) e superare le avversità, è anche vero che durante il viaggio di ritorno questi stimoli verranno a mancare, oltretutto trattandosi di giornate invernali il periodo di luce risulta molto breve e quindi quasi sicuramente il nostro viaggio di ritorno si effettuerà in condizioni climatiche sempre più estreme che tenteranno in ogni modo di superare le nostre barriere protettive sia tecniche che psicologiche.

Adesso, per non vanificare tutto dovremo concentrarsi in due concetti ben precisi: nella prima parte del viaggio cercheremo di riprovare le emozioni vissute durante questa escursione mantenendo la nostra concentrazione su queste piacevoli sensazioni per poi andare a sostituirle progressivamente con il pensiero del tepore di casa e della doccia calda che ci aspetta.

Attenzione, occorre fare molta attenzione al momento in cui iniziamo a pensare agli agi casalinghi, sarebbe molto pericoloso infatti iniziare a pensare al rifugio che ci aspetta in modo troppo anticipato e far si che il pensiero piacevole si trasformi in un ansia e in un'angoscia perché il rifugio è ancora lontano il freddo sta iniziando ad impossessarsi di noi...

Poi, finalmente, casa; ed il momento in cui, liberati dal pesante abbigliamento invernale, ci lanceremo avidi sotto un getto di acqua bollente che laverà via ogni gelido residuo della giornata appena trascorsa.

 

E' sotto la doccia, mentre il nostro corpo recupera la giusta temperatura che un pensiero si manifesterà insistente ma per breve tempo: " ma chi me lo ha fatto fare?"; il tempo necessario alle nostre emozioni ed ai ricordi di quanto vissuto di prendere il sopravvento.

Ed una nuova consapevolezza stamperà un sorriso inequivocabile sul nostro volto; presto sarà ancora tempo di viaggiare, tempo di emozioni

 

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