Inizia da una delle città più antiche ed importanti costruite dal popolo Etrusco il nostro giro odierno; leggenda vuole sia stata fondata da Cluso nipote di Ulisse, di certo è che nel VI secolo a.C. Chiusi divenne una delle città più importanti della dodecapoli Etrusca (Alleanza delle città stato: Veio, Caere, Tarquinia, Vulci, Roselle, Vetulonia, Populonia, Volsinii, Chiusi, Perusia, Arretium e Volterra)
talmente potente da poter assediare Roma nel primo periodo della sua espansione, e, secondo alcune fonti, addirittura arrivando a conquistarla sotto la guida del leggendario Re Porsenna.
Ma il passaggio di oggi all’interno della città sarà molto veloce, ci sarà tempo per dedicare alla città e ai suoi tesori, la giusta attenzione; siamo in pieno autunno e le giornate ormai iniziano a risultare decisamente brevi; e vogliamo essere di ritorno prima del buio.
VIDEO, MAPPA E GPX DELL'ITINERARIO A FINE PAGINA
La Ciclabile della Bonifica
Raggiungiamo la prima meta una volta abbandonata Chiusi, discendendo la collina che ospita la città Etrusca, e percorrendo un tratto della ciclabile della Bonifica (prossimo itinerario), ciclabile che connette la città di Arezzo con Chiusi sfruttando i sentieri utili alla bonifica della Valdichiana.
Il territorio, fertile in epoca Etrusca, diverrà, per causa antropica, sempre più impaludato fino a diventare zona malsana, all'inizio del medioevo iniziarono i primi lavori di bonifica proseguiti durante il Rinascimento (grazie a Cosimo I de medici) e consolidati durante il Granducato di Toscana e il governo dei Lorena parallelamente a quelli effettuati in Maremma, ma veramente conclusi solo intorno al 1870.
Sfiliamo velocemente accanto a quella che sarà la meta finale del nostro percorso ad anello, probabilmente quella più importante, il motivo lo potrete capire proseguendo nella lettura del report.
Il Lago di Chiusi
Prima sosta del nostro viaggio in ammirazione delle tranquille acque e le deserte (in autunno) sponde del lago di Chiusi, siamo ancora in Toscana, in provincia di Siena, ma vicino al confine con l'Umbria; il lago, di orgine alluvionale, ha una superficie di circa 3,9 chilometri quadrati ed è relativamente poco profondo, con una profondità media che varia dai 4 ai 6 metri, alimentato da sorgenti sotterranee e piccoli corsi d’acqua, fa parte di un sistema di zone umide che comprende anche il vicino Lago di Montepulciano, con il quale è collegato da un canale.
Importante riserva naturale per la biodiversità, offre un habitat ideale per numerose specie di uccelli, come aironi, garzette, cormorani e martin pescatori e migratorie come il falco pescatore e il cavaliere d’italia; dal 2000 la parte meridionale del lago è una oasi del WWF.
Le sue acque ricche di pesci come carpe, lucci e tinche (e pesci gatto) risultano purtroppo anche infestate da crostacei alloctoni (alieni) come il gambero rosso della Louisiana e il gambero americano.
Il Lago di Montepulciano
Veloce salita e poi ridiscesa verso le sponde del secondo lago dalla giornata: il Lago di Montepulciano.
Residuo dell’antico mare pleistocenico il piccolo specchio d’acqua, per pochi chilometri ancora in terra Toscana, è una riserva naturale protetta; 199 sono le specie censite nel lago, oltre a quelle acquatiche qui si possono osservare rapaci come il Ghebbio e la Poiana e, in inverno, lo Sparviero, il Falco Pellegrino.
La numerosa presenza di insetti offre ampia possibilità di caccia a numerose specie come Gruccione e Rondini, risultando preziosa prima delle partenze migratorie per immagazzinare quanto necessario alla lunga trasvolata.
Oltre a tutto ciò vale la pena ricordare che siamo nell’area di produzione del Nobile di Montepulciano, i cui vitigni, esausti, arrossiscono lentamente al sole autunnale, in attesa del giusto riposo invernale.
Dal lago inizia la salita sul versante collinare che ci porta ad ammirare dall'alto il panorama sul quale risaltano le placide acque del lago appena superato; adesso il percorso si snoderà per un lungo tratto la dorsale collinare per poi iniziare la discesa verso la prossima tappa.
Il tracciato offre numerosi spunti paesaggistici, le colline sapientemente lavorate dalla mano dell'uomo disegnano il panorama circostante, suggestivamente visibile grazie alla strada percorsa che si snoda sulla sommità collinare.
Purtroppo il tratto finale del itinerario, pur con una suggestiva vista sulla mura del borgo, affronta un rettilineo ondulato che spinge il traffico a velocità elevate, per fortuna la larga maggioranza rispetta la distanza di sicurezza da tenere durante il sorpasso; raggiungiamo quindi il tratto finale ospitato su ciclabile protetta senza particolari apprensioni.
Castiglion del Lago (PG)
Il piccolo ma affascinante borgo medievale situato sulle rive occidentali del Lago Trasimeno, in Umbria, ci accoglie con un'atmosfera tranquilla e panorami mozzafiato, oltre ad essere preventivamente stato eletto a “punto ristoro” della nostra odierna escursione.
La cucina locale a base di prodotti del lago e le specialità del territorio, tra le quali risaltano simpaticamente i “Coglioni di Mulo” e le “Palle del Nonno”, risultano decisamente attraenti, optiamo oggi per una gustosa focaccia ripiena e una fresca birra in una struttura sul corso principale, la via Vittorio Emanuele che si spegne al cospetto della bellissima Rocca del Leone.
Le radici storiche di Castiglione del Lago affondano in epoca remota, grazie alla posizione dominante sulle acque del lago, fu anticamente considerato come la quarta isola del Trasimeno, sotto il controllo della vicina città di Chiusi durante il periodo Etrusco sarà successivamente stazione militare Romana con il nome di “Clusium Novum”, ossia Nuova Chiusi.
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Il percorso di ritorno
Soddisfatte le esigenze gastronomiche ci rimettiamo in viaggio, con le temperature in progressivo calo affrontiamo il primo tratto di strada asfaltata per poi deviare lungo sentieri che si perdono tra i campi coltivati dove trattori e contadini lavorano alacremente, percorso collinare che offre numerosi scorci paesaggistici resi ancora più suggestivi dal colori regalati dal sole ormai prossimo al tramonto, ma che in alcuni tratti ci fa penare come nel caso di un inaspettato guado con i sentieri di accesso e di uscita decisamente ripidi e molto ma molto fangosi.
Ma come sempre, tutto è bene ciò che finisce bene.
E comunque tornare indietro sarebbe stato improponibile.
Un utlimo sguardo alle immobili acque del Lago di Chiusi in attesa dell'addio dell'astro solare e ci gettiamo divertiti in picchiata lungo la tortuosa discesa che ci riporta nel fondo valle, un tempo malarico, fino alla nostra ultima ma importante tappa.
Le torri di "Beccati Questo" e " beccati quest'altro"
Da indigeno faccio fatica a trovare qualcosa di più rappresentativo della identità culturale della mia terra (e di quelle limitrofe) come queste due medievali torri edificate a pochi passi dalla città di Chiusi lungo il confine tra Toscana e Umbria.
Se di per se simboleggiano la rivalità e le tensioni militari tra le diverse città/stato del periodo (ma che ancora oggi si percepiscono nel celeberrimo “campanilismo” che in pochi luoghi è sentito come in Toscana) dall’altra denotano quel senso di ironia ( e di provocazione) sicuramente insito della cultura dei discendenti del popolo Etrusco.
La torre dalla forma elegantemente ottagonale che sorge in territorio Toscano, a fianco del torrente Stresa, risale ad un periodo compreso tra XIII-XIV secolo e fu eretta dalla Repubblica di Siena per vigilare sulle attività di confine; la denominazione di “beccati questo” ha origine provocatoria, anche se, probabilmente più che un atteggiamento di sfida suggerisce un motivo di allentamento della tensione.
Decisamente più austera invece la torre quadrata che dall’alto osserva l’avamposto Senese, edificata nello stesso periodo dai Perugini e denominata, per le stesse suddette motivazioni: “Beccati quest’altro”.
Nonostante quanto sarebbe lecito aspettarsi (o magari no), le due torri non furono mai teatro di combattimenti o eventi sanguinari, il loro unico fine era infatti quello di riscuotere le gabelle di chi attraversava il confine, e per tale scopo erano addirittura collegate tra di loro mediante un ponte utilizzato da carri e merci.
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