L’itinerario ad anello odierno di circa 50 chilometri con partenza nella Toscana cittadina di Arezzo, si snoda su strade sterrate compatte in alcuni tratti riservate alle bici e asfaltate con scarso traffico veicolare; poche le difficoltà che si incontrano durante la percorrenza tranne quelle relative al dislivello che risulta comunque relativamente impegnativo (per chi è allenato) anche senza l’ausilio della batteria.
La prima frazione del tracciato si snoda prevalentemente su strada bianca compatta, anche dopo qualche giorno di pioggia come in questo caso, ci porta al cospetto del ponte medievale di Ponte a Buriano; Il ponte ristrutturato in epoca medievale e miracolosamente sopravvissuto alla distruzione nazista, risulta celebre anche per la possibilità che sia il ponte che Leonardo da Vinci ha utilizzato come sfondo della Gioconda.
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Buona parte del percorso odierno fa parte del tracciato dell'Ardita, gara classica riservata a ciclisti amatoriali, (che affianca la ben più famosa Eroica insieme ad altre similari manifestazioni "sollevapolvere" che affrontano gli sterrati Toscani), in sella a bici d'epoca di circa 80 km di estensione che si arrampica anche sull'Alpe di Poti, tratto che oggi noi non affronteremo.
Ponte a Buriano (AR)
Utilizzato dal traffico veicolare per superare il fiume Arno fino a poco tempo fa oggi è stato promosso al solo utilizzo pedonale e ciclabile grazie al nuovo ponte costruito poco a monte, la zona fa parte della riserva naturale Ponte a Buriano e Penna dove si possono ammirare diversi esemplari di avifauna
Leonardo, la Monna Lisa e il Ponte
Numerose le teorie, alcune anche con consistenti fondamenta, che riconoscono nel ponte visbile alle spalle della celebre Monna Lisa quello di Ponte a Buriano.
Tesi compatibile con la presenza in zona del Genio rinascimentale e dalla vista che si presume sia quella che si godeva dalla collina di Quarata dove al tempo sorgeva un castello oggi scomparso.
Altre ipotesi vedono invece identificare la zona in quella di Signa, sempre in Toscana, mentre più di recente si è fatta largo con forza quella invece che riconosce le sagome alpine dietro la Gioconda e il lago di Lecco come ambientazione del ponte.
Lo studio del professore Carlo Starnazzi, storico dell'arte e studioso di Leonardo da Vinci, che riconosce Ponte a Buriano resta comunque, ad oggi, quello più accreditabile
Da qui percorriamo per un breve tratto la antica Cassia Vetus, oggi nota come via SP1 Setteponti, che un tempo collegava Roma con Fiesole (e successivamente Firenze) passando da Arezzo, fino ad arrivare all’antico borgo di Castiglion Fibocchi.
Castiglion Fibocchi (AR)
Il borgo immerso nella tranquillità tipica della domenica mattina, e protetto dalle ultime propaggini del massiccio del Pratomagno, risale ad epoca antica, la zona risulta infatti già abitata fin dal I secolo a.C.
Situato lungo la via Clodia o Cassia Vetus, sarà importante castello dei Conti Guidi intorno all’anno 1000, nel 1385 passerà sotto il controllo della città di Firenze a seguito della sconfitta delle truppe Aretine.
Nel 1860 il plebiscito che chiedeva l’annessione della Toscana al Regno di Sardegna, e di fatto la fine del Granducato di Toscana, riscosse il 95% di consensi all’interno della stessa regione, tranne che qui, a Castiglion Fibocchi dove quasi il 70% dei voti chiese il mantenimento del Regno Separato.
Per questo motivo Ferdinando IV di Toscana successore di Leopoldo II, ultimo sovrano regnante del Granducato, venne appellato con il titolo di “Re di Castiglion Fibocchi”.
Importante evento che qui annualmente si svolge e che vi consigliamo di non perdere è quello del
CARNEVALE DEI FIGLI DI BOCCO (clicca per saperne di più)
Carnevalesca manifestazione che vede suggestive maschere che poco hanno da invidiaere a quelle Veneziane, animare le strade del borgo
Le colline del Chianti Aretino
Lasciata Castiglion Fibocchi alle nostre spalle, affrontiamo le prime salite che ci immettono lungo il percorso che serpeggia sulla dorsale collinare conosciuta come quella del Chianti Aretino, poco frequentato nastro di asfalto che ci permette di godere del notevole panorama offerto dalla sottostante vallata adornato dai colori tipici dell'autunno.
All'orizzonte parzialmente celata dalla foschia, la sagoma della città della Chimera, punto di partenza e di arrivo dell'odierno itinerario, dietro la quale si allungano le dorsali dell'Alpe di Poti e dell'Alpe di Catenaia
Affrontiamo quindi il primo tratto di circa 3 km in salita con l'8% di pendenza che ci porta ai 400 metri di Pieve san Giovanni, per poi affrontare la discesa che ci riporta fino a circa 300 mt di altitudine; adesso inizia il tratto più impegnativo, quello che arriva fino al borgo di Casavecchia a 500 mt di altitudine.
4 chilometri con una pendenza che tocca il 12% sono impegnativi anche con una e-bike se non si cede alla tentazione di schiacciare ancora il tasto dell'assistenza, ma la cosa peggiore che possa capitare è che la catena salti fuori dal pacco pignoni e si vada ad incastrare nella ruota rendendo impossibile una veloce risoluzione del problema. Problema che comunque mi farà perdere pochi minuti.
Eppure avevo verificato il corretto fine corsa del deragliatore... che infatti non sarà più problemi per il resto del viaggio.
Intorno a noi il paesaggio offre notevoli spunti emozionali, spaziando dalla pianura del Valdarno alle pendici del massiccio del Pratomagno a quelle dell'appennino; dopo una breve sosta nel placido borgo di Casavecchia percorriamo la discesa di circa 5 chilomertri che ci separa da Capolona.
Capolona (AR)
Il borgo adagiato sulle pendici del Pratomagno e bagnato dalla acque dell’Arno rappresenta la fine del percorso paesaggistico odierno, zona questa citata da Dante nella diva commedia «...lì dove l'Arno torce il muso agli aretini..."» per non incontrare quelli che lo stesso poeta definiva “botoli ringhiosi”; è qui infatti che il fiume inizia a modificare il suo percorso invertendo la direzione prima di arrivare alle porte della città della Chimera dirigendosi invece “sdegnosamente” verso la città del Giglio.
La strada che ci separa da Arezzo, con deviazione verso Chiassa Superiore da Giovi, seguendo la direttrice dell’Ardita ed evitando la trafficata e pericolosa SR 71 Umbro/Casentinese, non presenta particolari peculiarità, si pedala tranquillamente in pianura, fino a quando le indicazioni della gara ciclistica rimandano alla salita dell’Alpe di Poti, che noi oggi (anche se di malavoglia) ignoriamo, rientrando nella città di Arezzo che dichiara la fine del tour.
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