
Escursione cicloturistica sulle colline delle Marche che contraddistinguono uno dei territori storicamente più celebri e suggestivi della regione, quello del Montefeltro, dominio di uno delle più rinomate figure rinascimentali: Federico da Montefeltro, duca di Urbino. Un itinerario che prende il via dalla città di Urbania per poi raggiungere le meravigliosa (e affollata) Urbino; da qui proseguiremo per il borgo di Fermignano ed il suo ponte Romano, celebre per essere stato il teatro della sconfitta di Asdrubale ed il suo esercito di cartaginesi ad opera dell'esercito romano.
Ondeggiando sulle verdi colline marchigiane arriveremo poi ad Acqualagna, capitale del tartufo per la doverosa sosta pranzo; sazi e soddifatti chiuderemo il giro con il Castello di Naro ed il rientro ad Urbania.
VIDEO, MAPPA E GPX DELL'ITINERARIO A FINE PAGINA
Federico da Montefeltro
Nato a Gubbio nel 1422 da una discendenza non legittima del conte Guidantonio, si impose come una delle personalità più emblematiche e poliedriche del Quattrocento italiano. Principe-guerriero e munifico patrono delle arti, forgiò il proprio destino attraverso il valore militare e l’acume politico

La sua erudizione, nutrita alla scuola di Vittorino da Feltre, si coniugò con un'indomita perizia bellica, prestata ai maggiori potentati della penisola: dal sovrano napoletano Ferdinando I, da lui validamente sostenuto contro gli Angioini, al pontefice Pio II, cui offerse il suo braccio armato nella cruenta campagna contro Sigismondo Pandolfo Malatesta.
Quest'ultima impresa, coronata da decisive vittorie, gli permise di ampliare considerevolmente i confini del suo stato, ottenuto nel 1444 in seguito all'assassinio del fratello Oddantonio.
Asceso al comando della Lega Italica, il suo genio strategico trionfò sull'esercito veneto nella battaglia di Molinella (1467); negli anni a venire, la sua figura divenne il baluardo contro le mire egemoniche del Papato, riuscendo non solo a preservare la propria signoria ma a vederla elevata a Ducato da Sisto IV nel 1474.
La sua grandezza, tuttavia, non si esaurì nei campi di battaglia, Federico seppe incarnare l'ideale umanistico del *princeps doctus*, trasformando la corte urbinate in un faro di cultura.
Fece erigere da Luciano Laurana il palazzo ducale, un capolavoro di architettura rinascimentale, dove radunò una pleiade di intellettuali e artisti e allestì una celeberrima libreria, un tesoro di codici miniati oggi custodito nella Biblioteca Apostolica Vaticana, monumento imperituro della sua lungimirante magnificenza.
Leggenda vuole che, rimasto cieco da un occhio durante un torneo cavalleresco, si sia fatto tagliare la parte superiore del naso in modo che non ostacolasse la vista dell'occhio sinistro; come si può osservare dal dipinto di Piero della Francesca.
Urbania

L'antico nucleo altomedievale, noto come Castel delle Ripe e risalente al VI secolo, venne raso al suolo nel 1277 dai ghibellini urbinati a causa della sua fedeltà guelfa.
La popolazione superstite trovò rifugio presso l'abbazia benedettina di San Cristoforo, attorno alla quale, per volere del pontefice Martino IV, il prelato Guglielmo Durand fondò nel 1284 la nuova città.
Affidata a maestranze bolognesi, la cittadina assunse una fisionomia urbana caratterizzata da eleganti portici, guadagnandosi l'appellativo di "Casteldurante" in onore del suo fondatore.
Dopo essere stata affidata in signoria alla famiglia Brancaleoni, la città cadde vittima della tirannia di alcuni eredi, finché la popolazione, esasperata, non invocò l'intervento di Guidantonio da Montefeltro, signore di Urbino, che nel 1427 la annesse ai suoi domini.
Da quel momento, le sorti di Casteldurante rimasero indissolubilmente legate al Ducato di Urbino.
Sotto la dinastia dei Della Rovere, successori dei Montefeltro, la città conobbe un periodo di splendore: l'antico palazzo dei Brancaleoni fu trasformato in una splendida residenza ducale da architetti di fama, divenendo sede della corte e amata dimora estiva dei duchi; l'ultimo duca, Francesco Maria II Della Rovere, elesse Casteldurante a sua residenza permanente e qui spirò nel 1631.
In seguito alla devoluzione del Ducato allo Stato Pontificio nel 1631, la città fu elevata al rango di sede vescovile da Papa Urbano VIII, assumendo infine, in suo onore, il nome definitivo di Urbania.
Urbania - Urbino: 17 km
Segmento sicuramente da rivedere questo, dopo i primi 4 chilometri fatti percorrendo strade sterrate e secondarie mi trovo ad affrontare la trafficata SS 73 di Bocca Trabaria, teatro delle gesta di parecchi incivili a 2 ruote e a 4 ruote a motore; sicuramente ci sono alternative meno pericolose che, nella redazione dell'itinerario non ho considerato.
Urbino
Urbino è una splendida città d'arte adagiata sulle colline del Montefeltro, Patrimonio dell'Umanità UNESCO, deve la sua fama universale all'essere stata la culla di Raffaello Sanzio e ad aver ospitato una delle corti più illuminate del Rinascimento; il suo cuore pulsante, l'imponente Palazzo Ducale, è oggi sede della Galleria Nazionale delle Marche.

Sorta sull'antico *municipium* romano di *Urvinum Mataurense*, la città assunse rilevanza strategica nel Medioevo, la sua storia si legò indissolubilmente alla dinastia dei Montefeltro a partire dal 1155, quando l'imperatore Federico Barbarossa conferì il titolo di conte di Urbino ad Antonio da Montefeltro.
Per secoli, la famiglia consolidò il proprio potere attraverso il "mestiere delle armi", abili alleanze e una scaltra politica matrimoniale, governando come abili condottieri e signori, seppur con alterne fortune.
Il culmine dello splendore fu raggiunto sotto Federico da Montefeltro (1444-1482), condottiero, statista e mecenate di rara cultura, grazie agli immensi proventi delle condotte militari, trasformò Urbino in un faro del Rinascimento, facendo erigere il magnifico Palazzo Ducale, definito "una città in forma di palazzo", e attirando alla sua corte i massimi ingegni dell'epoca, da Piero della Francesca a Leon Battista Alberti, da Luciano Laurana a Francesco di Giorgio Martini.
Questo clima culturale fertile fu il crogiolo che forgiò il genio di Raffaello e di Bramante oltre ad essere una delle correnti che caratterizzarono il Rinascimento insieme a quella di Firenze e di Padova.
Estintasi la linea diretta con Guidubaldo da Montefeltro, il ducato passò per adozione ai Della Rovere, nonostante momenti di crisi e l'umiliante spoliazione da parte di Cesare Borgia, la corte, sotto la guida della Duchessa Elisabetta Gonzaga, rimase un vivace centro culturale, codificando nel "Cortegiano" di Baldassar Castiglione l'ideale di gentiluomo per tutte le corti europee.

Tuttavia, il trasferimento della capitale a Pesaro nel 1523 segnò l'inizio di un lento declino politico, culminato nel 1631 con la devoluzione del ducato allo Stato Pontificio da parte dell'ultimo duca, Francesco Maria II, privo di eredi.
Spogliata dei suoi tesori artistici e librari, Urbino seppe reinventarsi preservando la sua vocazione intellettuale. L'antico Studium, fondato nel 1506, si affermò come Università libera e, soprattutto nel Novecento sotto la lunga rettoria di Carlo Bo, divenne il motore di una rinascita, trasformando la città in un prestigioso polo accademico i cui studenti superano oggi di gran lunga il numero dei residenti. Questo felice connubio tra un passato glorioso, incarnato dal suo centro storico rinascimentale, e un presente dinamico ne fa un esempio unico di città-capolavoro vivente.
Urbino - Fermignano: 8 km
Decisamente più rilassante il saliscendi collinare che si svolge su strade secondarie asfaltate con traffico scarso, per non dire nullo, che ci porta fino a Fermignano.
Fermignano
L'antichità del territorio fermignanese è avvolta in un alone di leggenda storiografica, a partire dall'ipotesi, riproposta dall'archeologo Nereo Alfieri, che lo identifica come il teatro dell'epocale battaglia del Metauro del 207 a.C., ove trovò la fine il condottiero cartaginese Asdrubale Barca.
Le origini romane dell'insediamento, sebbene sostenute da ritrovamenti archeologici e da un toponimo prediale riconducibile alla *gens Firmidia*, rimangono oggetto di congettura, potendo oscillare tra la presenza di una villa rustica e quella di un *vicus*, certa è invece l'integrazione del territorio nell'antico municipio di *Urvinum Mataurense*.
La fondazione dell'effettivo centro abitato è un atto voluto, ascrivibile alla politica urbanistica del conte Antonio di Montefeltro sul finire del XIV secolo, che eresse il castello attorno al quale si sviluppò la comunità. Il borgo, parte integrante del contado di Urbino, condivise le sorti del Ducato, distinguendosi per la precoce istituzione di una cartiera e per aver dato i natali al sommo architetto Donato Bramante.
L'aspirazione all'autonomia amministrativa, coltivata per secoli, si realizzò infine nel 1818, quando Fermignano, emancipandosi dall'egida urbinate dopo un ventennale contenzioso, ottenne da Pio VII il titolo di comune autonomo.
Fermignano - Acqualagna: 10 km
Segmento quasi interamente sterrato, su strade che salgono ripidamente di circa 300 metri in mezzo a boschi e gli splendidi panorami coillinari delle Marche per poi tuffarsi veloci alla volta della Capitale del Tartufo
Acqualagna

Acqualagna, conosciuta come la Capitale del Tartufo deve la sua fama alla secolare tradizione nella ricerca, produzione e commercializzazione del tartufo, celebrata durante tutto l'anno con eventi dedicati.
Situato in una posizione paesaggistica invidiabile, presso la Gola del Furlo e ai piedi dei monti Catria e Nerone, offre ai visitatori l'opportunità di immergersi in una natura incontaminata attraverso numerosi percorsi escursionistici
Il territorio vanta un ricco patrimonio storico-culturale, con testimonianze che spaziano dall'epoca romana a oggi, visitabili attraverso appositi itinerari artistici, storici e spirituali.
L'offerta enogastronomica è un altro punto di forza con un'ovvia predominanza del tartufo.
L'evento di maggior richiamo è la Fiera Internazionale del Tartufo, che si tiene tra fine ottobre e inizio novembre, un appuntamento imperdibile per appassionati e addetti ai lavori.
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