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La Cascata del Toce, Riale e il Lago di Morasco

Cascata del Toce

Breve itinerario quello odierno che ci porterà da Santa Maria Maggiore, in Val Vigezzo, nostro temporaneo rifugio estivo, ad esplorare l'ultimo tratto della val Formazza, consentedoci finalmente di ammirare un emozionante spettacolo naturale da tempo desiderato.

Conosciuta anche come La Frua (dal tedesco walser *Frütt Fall*), la Cascata del Toce è un maestoso salto d’acqua situato nel comune di Formazza, precisamente nella frazione di Frua a un’altitudine di 1.675 metri; qui, il fiume Toce si getta con impeto da un’altezza di 143 metri, scivolando lungo un declivio roccioso di circa 200 metri. 

E’ sicuramente tra le cascate più spettacolari dell’arco alpino, ma la sua maestosità è stata tuttavia parzialmente ridotta dall’intervento antropico.

A monte del salto le acque del Toce sono regimentate nel Lago di Morasco, un bacino artificiale creato per alimentare una serie di centrali idroelettriche; nonostante ciò, quando liberata, la cascata riacquista tutta la sua naturale imponenza, specialmente durante le limitate aperture estive, tra giugno e settembre.  


VIDEO, MAPPA E GPX A FINE PAGINA


La cascata del Toce

A dominare la sommità del salto si erge un storico albergo, risalente al 1863, testimone della belle époque del turismo alpino, quando viaggiatori illustri e aristocratici europei si recavano in queste valli alla ricerca di paesaggi sublimi e rigeneranti quiete.  

Cascata del Toce

Già nel 1852, il celebre compositore Richard Wagner, durante il suo viaggio dall’Svizzera all’Italia, rimase folgorato dallo spettacolo della Toce, definendola “un’esplosione di prepotente bellezza” ; una meraviglia sconosciuta fino al  XVIII secolo che raggiunse notorietà solo con l’avvento dell’Illuminismo e del Romanticismo, epoche in cui la natura selvaggia iniziò a essere celebrata come fonte di ispirazione e meraviglia. 

Nei secoli successivi, la sua fama attirò l’attenzione di illustri personalità: Gabriele d’Annunzio ne esaltò la forza poetica, Giosuè Carducci ne immortalò il fragore nei suoi versi, mentre persino la Regina Margherita e Vittorio Emanuele III vollero omaggiarne lo splendore, conferendole un’aura di regalità.  

Cascata del Toce

Oggi, la Cascata del Toce rimane un simbolo di potenza e grazia, un luogo dove l’acqua, seppur imbrigliata dall’uomo, riesce ancora a incantare con la sua eterna, travolgente bellezza.


Date e orari di apertura 2025

Gli orari di apertura della Cascata del Toce per l'anno 2025 sono i seguenti:

dal 14 giugno al 21 settembre 2025: feriali 11.30-13.30/festivi 10.00-16.00

dal 9 al 19 agosto 2025: 10.00-16.00

1 - 2  e 8 giugno e 28 settembre 2025: 10.00-16.00

7 giugno 2025: 11.30-13.30

Cascata del Toce


La vista dall'alto

Cascata del Toce

Riale

Val Formazza: Riale

Riale (Kehrbäch in tedesco, Chärbäch in walser) è un gioiello alpino che raggiungiamo percorrendo la strada che prosegue oltre la Cascata del Toce e che in corrispondenza della diga di Morasco termina la sua corsa.

Arroccato a 1.718 metri di altitudine sulle maestose Alpi Lepontine appartenente al comune di Formazza, in provincia del Verbano-Cusio-Ossola, incarna perfettamente il fascino austero e autentico delle alte valli ossolane.  

L'economia locale che si fonda principalmente sul turismo attira visitatori in ogni stagione: d'inverno per grazie alla estesa pista per lo sci di fondo che si snoda attraverso l'ampia piana circostante, e d'estate per l'escursionismo alpino e la villeggiatura in un contesto di rara bellezza naturalistica.  

Tuttavia, Riale non è solo meta di sportivi e amanti della natura, ma anche custode di una pregiata tradizione casearia cher non è possbile non citare, qui viene prodotto il rinomato Bettelmatt, un formaggio d'alpeggio dall'aroma intenso, legato all'omonima alpe e alla cima che dominano il paesaggio circostante, del quale nostro figlio maggiore si è perennemente innamorato (noi un po' meno visto il prezzo, ma è davvero buonissimo)

Il toponimo Riale deriva dal corso d'acqua che attraversa la zona, il riale di Valtoggia, un tempo considerato la vera sorgente del fiume Toce prima che questo confluisse nella Val Formazza, nome che evoca il costante dialogo tra l'uomo e la natura, in un territorio dove l'acqua, sia essa quella impetuosa dei torrenti o quella domata dalla diga, ha sempre plasmato storia e paesaggio.  

I Walser

I Walser, il cui nome deriva dalla contrazione del termine tedesco Walliser (ovvero "vallese", abitante del Canton Vallese), costituiscono una popolazione di origine germanica che da secoli abita le regioni alpine circostanti il massiccio del Monte Rosa, la loro lingua, da loro stessi definita Titsch, rappresenta un prezioso retaggio culturale che ancora oggi sopravvive in alcune enclave alpine. 

Val formazza: Riale

In territorio italiano, le comunità Walser sono stanziate principalmente in Piemonte (in Valsesia e nell'Ossola) e in Valle d'Aosta (nella Valle del Lys e, anticamente, nell’alta Val d’Ayas).

Recenti studi hanno inoltre attestato la loro presenza storica in Lombardia, in particolare a Livigno dove giunsero attraverso migrazioni dai vicini insediamenti walser di Davos, a loro volta originari delle alte valli del Monte Rosa. 

 L’emigrazione walser, avvenuta nel XIII secolo, è ancora avvolta nel mistero, non son chiari infatti i motivi che spinsero queste popolazioni a spostarsi, è possibile comunque individuare una serie di fattori concomitanti come la sovrappopolazione dell’Alto Vallese (regione di origine) o l’aumento delle temperature durante il medioevo che rese possibili insediamenti umani anche in altura.

 Inoltre alcuni signori locali e istituzioni monastiche favorirono l’insediamento dei Walser offrendo loro privilegi fiscali e libertà personali, nella speranza di colonizzare territori altrimenti disabitati. Il più antico documento che attesta la fondazione di un insediamento walser risale al 10 maggio 1253 e riguarda la colonia di Bosco Gurin, nel Canton Ticino. 

Cessata la fase di riscaldamento climatico iniziò quella che viene definita come “Piccola Era Glaciale” (approssimativamente dalla metà del XIV alla metà del XIX secolo, quindi non definibile come un era geologica) e che portò i ghiacciai a bloccare i valichi prima percorribili e ad isolare le comunità Walser; questo cambiamento climatico che rese impossibili le attività agricole e pastorali spinse molti uomini ad emigrare in cerca di lavoro

Val Formazza: Riale

Cessata la fase di riscaldamento climatico iniziò quella che viene definita come “Piccola Era Glaciale” (approssimativamente dalla metà del XIV alla metà del XIX secolo, quindi non definibile come un era geologica) e che portò i ghiacciai a bloccare i valichi prima percorribili e ad isolare le comunità Walser; questo cambiamento climatico che rese impossibili le attività agricole e pastorali spinse molti uomini ad emigrare in cerca di lavoro.

Ciò che rende i Walser un caso straordinario nella storia alpina è la loro capacità di colonizzare stabilmente territori d’alta quota, spesso oltre i 1.800 metri di altitudine, un’impresa eccezionale per l’epoca medievale. Sfruttando pascoli e boschi vergini, essi trasformarono zone un tempo disabitate in comunità permanenti, dando vita a un modello di insediamento unico nel suo genere.  

La Val Formazza rappresentò il punto di partenza della colonizzazione walser in Italia, qui, alla fine del XII secolo, alcuni pionieri varcarono il Passo del Gries, approfittando della regressione dei ghiacciai.

I Signori Rodis, feudatari della zona, concessero loro queste terre, dando il via a un’espansione pacifica ma rapida, che portò alla fondazione di numerosi insediamenti ancora oggi esistenti.  

LA diga di Morasco

Val Formazza: Diga di Morasco

A poca distanza dall'abitato sorge l'imponente Diga di Morasco, costruita negli anni Trenta del Novecento per alimentare le centrali idroelettriche della valle, questa struttura ingegneristica ha radicalmente modificato il territorio, sommergendo l'antico villaggio di Morasco e creando un vasto bacino artificiale le cui acque riflettono le cime circostanti.  

Per gli appassionati di alpinismo e trekking, Riale rappresenta un punto di partenza privilegiato verso alcune delle mete più suggestive delle Alpi Lepontine; numerose infatti le escursioni che partono da questo piccolo centro abitato e che si perdono sulle creste montane fino a raggiungere e superare il vicino confine con la Svizzera. 

 

 

Tra queste citiamo: 

- Il Rifugio 3A, situato a ben 2.960 metri di quota, sopra il Ghiacciaio Siedel, con i suoi 80 posti letto e una vista mozzafiato sulle vette circostanti; 

 

- Il Rifugio Claudio e Bruno, affacciato sulle acque cristalline del Lago del Sabbione (2.710 m s.l.m.), con una capienza di 90 posti e un'atmosfera immersa nel silenzio glaciale.  



Sul sito potete trovare il report dedicato alla ESCURSIONE AL LAGO DEL TOGGIA 

e quello dedicato all suggestivo INVERNO IN VAL FORMAZZA 


Val Formazza: Lago di Morasco

Quando chiudono l'acqua...


Scopri il Report Completo dedicato alla Val d'Ossola


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