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Terre di Confine - Tra Umbria e Marche 1/2

Le partenze con le prime luci dell’alba sono la normalità per quanto mi riguarda, sono talmente convinto della necessità di impiegare meglio le ore passate a letto oltre le normali necessità fisiologiche, che il mio fisico si è adattato a tale impostazione. Ma ovviamente c’è orario e orario. Il caso questa mattina gioca uno scherzo che non posso, alla fine, definire brutto; certo è che scoprire che la sveglia che ho utilizzato in luogo della classica non era stata aggiornata con l’orario solare gettando uno sguardo assonnato sull’orologio che mestamente segna le ore 05.00, non è proprio piacevole. Ma ormai il danno è fatto tornare a letto per recuperare mezz’ora dopo essermi già alzato non ha molto senso, per cui procedo convinto con le operazioni di vestitura e di messa in opera della nera Maia per poi mettermi in movimento con un'alba che ancora stenta ad imporsi.



Una giornata di viaggio, fino a poche ore fa imprevista, si apre stimolante davanti alla ruota della mia moto, stimolante anche per le mete e l’itinerario velocemente improvvisato.

In un contesto territoriale esplorabile in giornata in cui credevo, pur vasto, di non ritrovare più oramai stimoli sufficienti, la pianificazione del succitato itinerario è apparsa significativamente emozionante; per quanto ci si adoperi nella maniacale esplorazione il nostro paese riuscirà sempre a riservare qualcosa di magico per una successiva visita. Inesauribile.

La cittadina di Gubbio visitata ormai molti anni fa e successivamente solo sfiorata, è la prima meta della mattinata; l’idea di raggiungerla il più velocemente possibile per visitarla in maniera approfondita viene immediatamente meno, grazie al maggior tempo a mia disposizione improvviso una deviazione su strada bianca che da una cresta collinare dovrebbe portarmi al cospetto della cittadina umbra, in un contesto paesaggistico sicuramente suggestivo.

Peccato che la variabile meteo, unico neo di una giornata altrimenti perfetta, sembra volersi prendere gioco di me mantenendo una spessa, ma innocua, nuvolosità circoscritta sul territorio interessato dai nostri spostamenti.


Intorno a noi, a 360° sull’orizzonte, si apre beffardo un abbacinante cielo azzurro. 

Abbazia di san Bartolomeo di Camporeggiano

Percorro la direttrice che da Umbertide va a Gubbio fino al bivio sulla destra che conduce verso Montelovesco e Castiglione, proprio sull'incrocio dedico una breve visita all'abbazia di Camporeggiano risalente ai primi anni del XI secolo, ma che purtroppo è chiusa e ben recintata.

N.B. Il report risale a qualche anno fa; l'abbazia oggi risulta aperta e visitabile


Abbandono l’abbazia seguendo la stretta e tortuosa strada che porta verso l'alto, la fitta boscaglia che prima impedisce la visuale con l'aumentare dell'altitudine progressivamente si dirada, per poi praticamente scomparire una volta raggiunto il suggestivo altopiano sul quale serpeggia un bianco e compatto sentiero sterrato.

Nonostante la spumeggiante coltre nuvolosa che impedisce ai raggi solari di incendiare i colori autunnali che punteggiano le colline circostanti, il paesaggio risulta estremamente suggestivo; le ondulazioni collinari sfumano all'orizzonte per infrangersi nella solida consistenza dei rilievi montani Appenninici che all'orizzonte segnano impassibili il confine fra l’ombra e la luce.

Le innumerevoli soste necessarie all'osservazione del paesaggio e alla sua cattura digitale rallentano di molto la nostra corsa, ma questo ovviamente non ha nessuna importanza, non abbiamo una specifica tabella di marcia da dover rispettare; la nostra prossima meta è Gubbio, quello che successivamente sarà il nostro itinerario lo decideremo una volta terminata la visita alla seducente cittadina.

Una seduzione che inizia nel momento in cui il bianco sentiero abbandona l’altopiano e inizia la discesa verso la vallata dove si erge la cittadina, famosa per il suo impianto medievale e per l'episodio della vita di San Francesco in cui il Santo incontra il lupo, per consentirne una straordinaria vista dall'alto nonché una diversa osservazione della meravigliosa "scenografia medievale” che rende praticamente unica Gubbio.

Gubbio

La prima veloce sosta è dedicata all'osservazione del teatro romano situato poco fuori le mura cittadine, un indizio questo consente di riconoscere un'origine romana alla città di Gubbio anche se probabilmente su tutti preesistente insediamento umbro risalente al primo millennio avanti Cristo.

Anfiteatro Romano


Il teatro ben conservato fu realizzato nel primo secolo d.C. ed è sicuramente la testimonianza più consistente dell'epoca romana anche se nei dintorni esistono altre opere architettoniche certamente meno suggestive ed imponenti.

Piazza dei Martiri e chiesa di s. Francesco

Parcheggio Maia nella pratica, in quanto dotata di parcheggi moto e situata all'inizio dei percorsi medievali, Piazza 40 Martiri che ricorda il sacrificio di quaranta eugubini, fucilati per rappresaglia, dalle truppe germaniche di occupazione all’alba del 22 giugno 1944 e che ospita anche la trecentesca chiesa dedicata a San Francesco.


Da qui inizio la mia escursione nella cittadina tramite la salita di via della Repubblica in angolo con la Loggia dei Tiratori, suggestivo loggiato un tempo parte dello Spedale cittadino edificato a partire dal 1300 per poi divenire nel XVII sec un "tiratoio", un luogo cioè dove si asciugava la lana, dato che tutto il palazzo era divenuto progressivamente possesso dell'Arte della Lana.

Attentamente sorvegliato, e contemporaneamente attratto, dalla imponente sagoma del trecentesco Palazzo dei Consoli mi aggiro per le tranquille vie cittadine, il tempo incerto e l'avanzato periodo autunnale non hanno certo incoraggiato le visite turistiche, oggi tra l'altro è sabato, contribuendo al mantenimento di una profonda suggestione per un contesto medievale perfettamente conservato al quale il confuso vocio di superficiali moltitudini non avrebbe certo giovato.

Ancora una volta condizioni apparentemente non stimolanti si rivelano invece incredibilmente emozionanti, lo stesso grigiore invernale che illumina le antiche mura contribuisce in modo inequivocabile alla creazione di una concreta suggestione.

Piazza Grande - Palazzo dei Consoli e Palazzo del Podestà

Osservo velocemente Piazza Grande, il Centro della medievale Gubbio, ideale congiungimento dei quartieri che al tempo la componevano, promettendomi di tornare più tardi, nella speranza che la invasiva gru che stà spostando il materiale per una imminente mostra all'interno del palazzo dei Consoli termini il suo lavoro e si defili, consentendo una migliore visione della straordinaria piazza affacciata sulla valle dove da secoli i palazzi del Console e del Podestà si fronteggiano.

Riprendo la mia passeggiata percorrendo prima la pianeggiante via XX Settembre e poi, di nuovo in salita, via da Montefeltro in direzione del Duomo e del palazzo Ducale; poco prima degli stessi meritano una sosta i giardini del palazzo Ducale che, sospesi sulla parte sottostante della cittadina Eugubina offrono una meravigliosa vista sulle sottostanti architetture.


Il Palazzo Ducale e il Duomo

Immediatamente prospicienti si fronteggiano Duomo e palazzo Ducale, rispettivamente risalenti al XIII e XV sec., rendendo quasi impossibile la loro cattura fotografica senza le distorsioni causate dai grandangoli spinti a causa del ridotto spazio di manovra, solo con una precisa post-produzione si riescono in parte a recuperare le linee cadenti e a riportare le immagini al loro ipotetico aspetto.

Resta la profonda meraviglia di fronte a quanto è possibile vedere, intorno a noi nulla tradisce l'atmosfera medievale che le ben conservate architetture trasmettono ai pochi visitatori, una meraviglia sempre più inarrestabile mano a mano che si osservano queste strette vie arrampicarsi verso la montagna ondeggiando tra le infinte opere d'arte e le suggestioni storiche.

Superato il Duomo seguo per alcune centinaia di metri la via di sant'Ubaldo che conduce alla lontana omonima chiesa situata sulla sommità montana (servita anche da una funivia), per poi ritornare sui miei passi e ridiscendere, speranzoso, nuovamente in Piazza Grande.


Purtroppo la Piazza è ancora teatro logistico dell'allestimento espositivo e le macchine di movimentazione non danno impressione di volersi spostare tanto presto, mentre la coltre nuvolosa mostra importanti segni di cedimento e il cielo azzurro fa capolino dietro le soffici bianche ed eteree pecorelle, completo la mia visita alla piazza per poi scivolare dietro il palazzo dei Consoli e ridiscendere tramite via dei Consoli verso la parte bassa della cittadina e la piazza dove Maia mi attende impaziente di riprendere il nostro cammino.


Abbandonata la straordinaria e ammaliante Gubbio, soddisfatto della visita approfondita, punto per la via più diretta verso la prossima meta, da li infatti prende il via (secondo la mia cartina) una ammaliante strada bianca che conduce sul versante opposto situato in terra marchigiana, un itinerario mai effettuato che poi mi consentirebbe di proseguire alla volta di Nocera Umbra.



Mappa e GPX dell'itinerario

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