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Marche: D'Infiorata e di Fioritura

Il Corpus Domini, il cui nome significa letteralmente "Corpo del Signore", è una solennità cattolica che celebra con profonda devozione il sacramento dell'Eucaristia, mistero sublime in cui Cristo si rende presente in corpo, sangue, anima e divinità. 

Le sue origini affondano nel Medioevo, quando la beata Giuliana di Liegi, mossa da celesti visioni, promosse con fervore l'istituzione di una festa dedicata al Santissimo Sacramento, la sua istituzione ufficiale, tuttavia, è legata al prodigio eucaristico di Bolsena (1263), dove un sacerdote, assalito dal dubbio, vide stillare sangue dall'ostia consacrata.

Quel sacro lino, ancora oggi custodito nel duomo di Orvieto, divenne testimonianza tangibile del divino mistero.  

Papa Urbano IV, nel 1264, commosso dall'evento miracoloso, sancì con la bolla Transiturus de hoc mundo che tale solennità fosse celebrata in tutta la cristianità ogni anno, fissandola al giovedì successivo alla prima domenica dopo Pentecoste; oggi, in molti paesi, Italia compresa, la celebrazione è stata spostata alla domenica seguente per ragioni pastorali.  


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Una tradizione particolarmente suggestiva è quella delle infiorate, diffuse in Italia e Spagna, dove abili mani di fedeli compongono effimeri ma splendidi tappeti floreali, veri mosaici di petali, che accolgono il passaggio del Signore in un trionfo di fede e arte.  

Castello di Castiglioni di Arcevia

Infiorata di Castello di Castiglioni di Arcevia
Infiorata di Castello di Castiglioni di Arcevia

Ed è proprio una di queste Infiorate la prima tappa di un viaggio improvvisato in terra marchigiana, in una piccola ma suggestiva località che non figura tra le più rinomate in tema di infiorate, e che abbiamo avuto modo di vistare qualche mese fa proprio mentre iniziavano le preparazioni alla festa.

Infiorata di Castello di Castiglioni di Arcevia
Infiorata di Castello di Castiglioni di Arcevia

infiorata del Castello di Castiglioni (Arcevia)
Infiorata del Castello di Castiglioni (Arcevia)

Arcevia
Arcevia
Ostra Vetere
Ostra Vetere

Abbazia di Sant'Emiliano in congiuntoli (Pausa pranzo)

Siamo a cavallo del confine che separa le Marche dell'Umbria, ed è qui che effettueremo la sosta per la pausa pranzo, all'ombra delle mura dell'antica abbazia, rinfrescati dalle chiare acque dei due torrenti che qui si uniscono (in Congiuntoli).

Risale al X secolo questo monastero benedettino intitolato ad Emiliano, martire della Numidia, veterano cinquantenne dell’esercito imperiale romano, che subì il martirio sotto l’impero di Valeriano (253-260 d.C.). Già nel 1414, il monastero versava in stato di declino, ospitando soltanto tre monaci; poco dopo, essendo rimasto privo di religiosi, fu affidato in commenda. Nel XVIII secolo, l’abbazia passò sotto la giurisdizione della diocesi di Nocera, nel 1781, il titolo di abate commendatario spettava al cardinale Antonio Maria Doria Pamphilj , esponente di una delle più illustri famiglie eugubino-romane.

Le pareti della chiesa abbaziale, mirabile esempio di architettura romanico-gotica a due navate, erano impreziosite da affreschi di scuola riminese del XIV secolo, tra i quali spiccavano una Madonna con il Bambino, un santo vescovo, santa Caterina d’Alessandria e santa Lucia; in origine, i vescovi raffigurati erano due, ma con il distacco degli affreschi nel 1906, uno rimase in situ per essere successivamente rimosso ed essere custodito nella pinacoteca di Fabriano, mentre l’altro fu trasferito al museo romano di piazza Venezia.

La chiesa oggi non è visitabile al suo interno, e non è ben chiaro se lo sia mai; una lapide esterna riporta la proprietà demaniale ed un restauro risalente al secolo scorso.

La fioritura della Lavanda (imprevisto)

Nel percorso che coi conduce alla fresca ultima tappa del nostro odierno viaggio, in una calura che, purtroppo, ormai non si può più definire anomala, il meravigliosa campo di lavanda fiorita che improvviso appare dinanzi a noi richiede una sosta imprescindibile.

Fioritura della lavanda nelle marche

Impossibile resistere alla magia dei colori della Lavanda e delle mille creature che su di essa svolazzano, animando questo emozionante quadro naturale. Uma magia dalla quale è difficile staccarsi, soprattutto a causa dei “dispettosi” insetti decisamente restii al farsi fotografare. 

Fioritura della Lavanda nelle Marche

Castello della Porta di Frontone

Imponente  e suggestivo nella sua collocazione, il Castello Della Porta si erge oggi come brillante esempio dell’architettura militare dell’XI secolo; amato e conteso da principi e valorosi guerrieri per il predominio sulle terre circostanti, è stato per lunghi secoli oggetto di contesa tra la signoria di Cagli e quella di Gubbio.

Gubbio governò sul castello e il territorio circostante dal 1291 al 1420, quando divenne possesso del signore di Urbino; seguirono nuovi contrasti che video il loro culmine quando, nel 1445, Sigismondo Malatesta di Rimini, in conflitto con il Duca Federico da Montefeltro, tentò l’assedio del Castello, ma il tempestivo intervento del Duca ne frustrò le ambizioni; a seguito dell’evento l’assetto difensivo del castello venne pesantemente potenziato. 

Nel 1530 Frontone fu elevato a contea e il suo Castello, con le terre annesse, venne concesso in dono al nobile modenese Giammaria della Porta, da cui il maniero trasse il nome; nel 1808, la famiglia Della Porta fu privata di ogni diritto e giurisdizione, conservando unicamente il titolo nobiliare e le proprietà private, mentre il Castello cadde in abbandono.  

CASTELLO DELLA PORTA DI FRONTONE


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