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Abbazia di Monte Oliveto Maggiore

La nuova giornata nelle bellissime terre Toscane ci vede passare dalla Valdorcia alle Crete Senesi, e la prima sosta la effettuiamo in una suggestiva abbazia benedettina, nascosta tra le erosioni e i boschi che caratterizzano questa zona insieme ai campi coltivati sui dolci pendii e gli immancabili filari di cipressi.

Siamo non lontano da Asciano, nelle immediate vicinanze del piccolo borgo di Chiusure, al cospetto della trecentesca Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, luogo che abbiamo raggiunto percorrendo la suggestiva strada che da Buonconvento ondeggia sinuosa sulle dolci ondulazioni fino a raggiungere l’abbazia.

Fu un nobile senese a fondarla, determinato a vivere secondo la regola di San Benedetto in questa zona conosciuta anche come il “Deserto di Accona”, dove il silenzio regna sovrano.


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Il Chiostro Grande

Di assoluto valore artistico oltre che spirituale, e perfettamente conservato, il bellissimo ciclo dei 35 affreschi dedicati alla vita di san Benedetto, che possiamo ammirare all’interno del Chiostro Grande, iniziato da Luca Signorelli nel 1495 e terminato nel 1505 da Antonio Bazzi detto “Il Sodoma”, soprannome con il quale amava firmarsi, che secondo il Vasari deriverebbe dai costumi sessuali del pittore ma che secondo altri fu solo il frutto di uno scherzo.


Nel ciclo realizzato dal Sodoma è d’obbligo citare il suo autoritratto nell’affresco “Come San Benedetto risalda lo capistero che era rotto” e il ritratto di Luca Signorelli e di due giovani Leonardo e Botticelli nel “Come San Benedetto riceve li due giovinetti romani Mauro e Placido”

Autoritratto del Sodoma (al centro)
Autoritratto del Sodoma (al centro)
Leonardo e Botticelli a destra e a sinistra di san Benedetto
Leonardo e Botticelli a destra e a sinistra di san Benedetto


Ignoti invece gli autori degli affreschi all’interno delle colonne che attraversano 4 secoli realizzati soprattutto in occasione delle visite di personaggi illustri

La biblioteca

Rinascimentale costruzione su disegno di fra Giovanni da Verona conservava un antico fondo librario con volumi di straordinario valore come una Divina Commedia tradotta in esametri latini,e una donazione di un avvocato concistoriale del 1447, patrimonio purtroppo andato disperso con la soppressione napoleonica del 1809.

I libri oggi visibili risalgono al XVI –XVIII e provengono monastero olivetano di S. Maria di Monte Morcino Nuovo di Perugia soppresso e trasformato in università

Museo e refettorio


Le Crete Senesi



 

I gioielli delle Valdorcia in una luminosissima e coloratissima giornata di primavera



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