IL DIAFRAMMA

LA FOTOGRAFIA DEL DILETTANTE (Colui che fotografa per diletto)

La regolazione della apertura del Diaframma e' il secondo (non in ordine di importanza) importante parametro a disposizione del fotografo per personalizzare lo scatto, esso consente di variare la quantità di luce che la pellicola/sensore ricevono durante il tempo di apertura dell'otturatore.

La misurazione di questo parametro e' effettuata tramite dei numeri, preceduti dalla lettera "f", che rappresentano il rapporto tra l'apertura del diaframma e la lunghezza focale dell'obiettivo, minore e' il numero maggiore 'e l'apertura del diaframma e viceversa, in una sequenza che di solito in ottiche standard inizia da f2,8 (Maggiore apertura) e termina a f22 (Minore apertura), ma sono frequenti gamme più ampie di regolazioni.

La capacità di una ottica di permettere maggiori aperture del diaframma ne certifica un certo tipo di qualità, una ottica con apertura massima di f1,4 permetterà maggiore creatività di una ottica di pari focale ma con apertura massima di f2,8, e' per questo motivo che nella identificazione delle ottiche si evidenziano lunghezza focale ed apertura massima del diaframma (a volte sul barilotto e' indicata tra parentesi anche la massima chiusura):

50mm f1,7(22)  significa che la ottica ha una lunghezza focale fissa di 50mm, la sua apertura massima e' di f1,8 e la sua chiusura massima e' di f22

La apertura massima del diaframma solitamente unica nelle focali fisse diventa spesso variabile sulle ottiche zoom, in quanto legato matematicamente alla lunghezza focale questo parametro e' quindi variabile in funzione della sua variazione, nelle ottiche zoom la identificazione avviene mediante i due valori massimo e minimo di lunghezza focale e relative aperture del diaframma:

18/70mm f3,5/5,6 significa che lo zoom ha una variabilità di focale che va da 18mm con apertura massima di f3,5 a 70mm con apertura massima di f5,6.

Esistono comunque sul mercato ottiche zoom di qualità superiore con valore di apertura diaframma unico per tutta la variazione di lunghezza focale.


La quantità di luce che impressiona il sensore/pellicola è la stessa per qualsiasi obiettivo allo stesso valore di apertura

La variazione del valore di un diaframma di un numero e' definita "stop"

Come già detta la possibilità di disporre di aperture rilevanti del diaframma permette una maggiore libertà di movimento per il fotografo, questo valore infatti è strettamente correlato con i tempi di scatto e la sua variabilità consente la modifica dei valori di luminosità senza modificare il tempo di esposizione. 

Nell'esempio più classico e nella situazione più frequente e' possibile mantenere il tempo di scatto intorno a valori che consentano la mano libera, quindi intorno a 1/125, aumentando la apertura del diaframma in funzione delle mutate esigenze di luce, oppure in caso di movimento del soggetto gestire tempi di scatto veloci utilizzando la massima apertura del diaframma.

( zoom 18/70 f3,5/5,6) 40mm - f5,6 - 1/25

Utilizzando lo zoom con le caratteristiche, in condizioni di scarsa luminosità,  sopra descritte non abbiamo potuto aprire il diaframma più di f5,6 obbligandoci di conseguenza all'utilizzo di tempi lunghi di scatto e a probabili situazioni di mosso (evitate grazie al cavalletto)

50mm - f1,7 - 1/250

Nelle stesse condizioni di luce scattando con un obiettivo che consente aperture maggiori si possono mantenere tempi di scatto tali da poter tenere la macchina in mano senza problemi


Le reflex dispongono normalmente di un tasto di "gemellaggio" che modifica automaticamente il tempo di scatto in conseguenza di quello della apertura del diaframma per mantenere la corretta esposizione senza doverla ricalcolare, se per esempio sto scattando con tempi di 1/125 e apertura diaframma di f11, "gemellando" i parametri e modificando il diaframma a f32 otterrò un tempo di 1/15 per la stessa identica esposizione dell'immagine.

La apertura  del diaframma è importante perché non consente solamente la possibilità di gestione della luce che va ad impressionare il nostro sensore/pellicola, essa infatti controlla anche quelli che potremmo chiamare due importanti effetti fotografici:

La Profondità di Campo e la Nitidezza.

La Profondità di Campo, che analizzeremo approfonditamente nella sezione specifica, è la definizione della area di messa a fuoco per un dato obiettivo ad una data apertura del diaframma, quella zona della foto cioè che presenterà soggetti perfettamente a fuoco.

La profondità di campo varia al variare della apertura del diaframma, maggiore apertura minore profondità di campo, aumentando con la progressiva chiusura del diaframma.

Anche la nitidezza dell'immagine è direttamente correlata ai valori di apertura del diaframma, essa infatti aumenta con l'aumentare della chiusura del diaframma, quindi numero maggiore (diaframma chiuso) maggiore nitidezza, una immagine quindi, sulla stessa ottica, apparirà più nitida a f22 e meno nitida a f2, ovviamente per utilizzare diaframmi molto chiusi dovremo di conseguenza allungare i tempi di scatto utilizzando spesso stativi per evitare il "mosso"

La nitidezza dipende comunque anche dalla qualità dell'ottica e non è quindi un parametro univoco, ottiche mediocri renderanno qualità mediocri a f2,8 obbligando all'utilizzo di maggiore chiusura, mentre ottiche professionali garantiranno qualità eccelse anche a queste aperture di diaframma.

Per consentire la presa di possesso delle potenzialità offerte dai diversi diaframmi è consigliabile iniziare a scattare utilizzando la reflex in modalità "Priorità apertura diaframmi", in questa modalità preimpostata offerta dal menu è possibile dedicarsi alla scelta del diaframma ( e dell'effetto voluto) migliore lasciando al processore il compito di impostare il corrispettivo tempo di scatto.


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